Da L'Unione Sarda, 13 febbraio 2006
Libro sulla storia della città. Padre Marco e il popolo dei sepolti sotto le chiese. Curiosità e aneddoti in tredici registri raccolti dal parroco di Santa Maria, di G.C.
Entrare nella storia della città, attraverso lo studio dei defunti delle cinque parrocchie presenti a Sassari fino al 1837, anno in cui il Regno di Sardegna proibì la sepoltura nell'area circostante le chiese. È quanto si è apprestato ad indagare Padre Marco Ardu, dei conventuali, che ha già dato alle stampe due tomi relativi ai parrocchiani della Cattedrale, che avevano scelto di venire sepolti nell'area di Santa Maria di Betlem.
Nei 13 registri, che arrivano fino al giugno del 1837, data di nascita del pubblico cemeterio, risultano iscritti 2309 defunti "che hanno scelto personalmente, o, per essi, genitori o altri, di riposare in Santa Maria di Betlem", sostiene Padre Marco Ardu, e la cui sepoltura si ritrova all'interno della chiesa, nelle cappelle o nel chiostro, e nel cortile antistante il tempio. Naturalmente, nelle cappelle sono stati tumulati nobili e personaggi di un certo ceto sociale, oltre agli appartenenti ai gremi. Tutti, in questo caso, erano costretti a pagare lo ius sepelliendi, una sorta di affitto annuo. Datto studio dei libri sono emerse, poi, alcune curiosità che danno un particolare taglio alle vicissitudini del tempo: intanto si apprende che da parte del superiore del convento di Santa Maria vi è la richiesta alle autorità cittadine di provvedere alla costruzione di un alto muro, nel cortile antistante la chiesa, per impedire ai cani di fare scempio delle sepolture. Una richiesta, probabilmente, mai sodddisfatta. Un'altra curiosità riguarda, invece, il grado di ignoranza degli stessi estensori dei registri: basti pensare che il nome di Betlem viene scritto in 86 modi diversi, da Beth a Bhetlhehem. Ma gli errori sono tanti: "il latino degli atti non è quello classico e spesso neppure quello ecclesiastico - spiega padre Ardu - e fa meraviglia che errori vistosi siano presenti pure in atti redatti e firmati di persone colte e titolate per studio. Rarissimamente si trova la punteggiatura". Una delle curiosità che saltano subito agli occhi, è il numero eccessivo di bambini. È vero che la mortalità infantile era altissima, a quei tempi, ma la particolarità delle inumazioni di tanti bimbi, a Santa Maria di Betlem, fa riflettere: "Al di là della devozione dei genitori - spiega infatti padre Marco Ardu - per ora non ci è dato avanzare alcuna ipotesi, neppure quella di aaffidare alla madre del Bambino Gesù il proprio piccolo volato in cielo, come ancora si è soliti esprimere".
Naturalmente, la ricerca del padre conventuale, ha soprattutto un valore storico, che consentirà ad altri studiosi di avvicinarsi sempre di più alla conoscenza del mondo di una Sassari del passato.